L'Arte della Ceramica Raku
Prima di passare alle foto della costruzione del
mio forno Raku volevo riportare alcuni articoli su questa Tecnica artistica della "Ceramica RAKU"
L'ideogramma "Raku" tradotto liberamente significa "godimento, gioia, soddisfazione, liberazione", ma la sua vera origine è legata a "Jurakudai", il nome dello stile architettonico tipico dell'epoca Momoyama, il periodo in cui Chojiro e Sen Rickyu diedero origine alla ceramica Raku.
La ceramica Raku nasce per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nell'epoca Momoyama (XVI sec.), ed è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè (cha-no-yu). E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku". Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone.
Nel Raku Giapponese il biscotto viene
sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il
rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di
fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato
raffreddare rapidamente all'aria aperta.
Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista
segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un
carattere quasi rituale. la ciotola è sempre eseguita a mano,
senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani
possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la
sensibilità dell'artista.
Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il
vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha
subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti
personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto
di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione
artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine
"Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua
origine. L'innovazione più importante rispetto alla tecnica
tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente
anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno
viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia,
segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca
una combustione che viene subito soffocata dal ceramista,
generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo. Questo
processo determina (in combinazione con gli ossidi dello smalto)
particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali.
L'esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza
ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto.
Autore del testo Paolo Lusenti, fonte: www.ceramicaraku.com.
Ed ora una serie di pagine dedicate alla ceramica Raku